venerdì 28 dicembre 2018

50 ANNI OR SONO LA TRAGEDIA 
DEL SOTTOMARINO STATUNITENSE SKORPION


Sono passati 50 anni da quando, nel maggio del 1968, affondò il sottomarino d'attacco a propulsione nucleare SKORPION, di base a Rota (Spagna), durante un pattugliamento in Atlantico. Il relitto del battello viene periodicamente monitorato per accertarsi delle condizioni del reattore e delle testate nucleari di due siluri.
E' stato il secondo sottomarino nucleare statunitense perso, dopo il TRESHER, nel 1963 (123 vittime a bordo, in quanto vi erano molti tecnici).
Ancora oggi si dibatte sulle cause delle due tragedie ma probabilmente questo fu dovuto al velocissimo sviluppo dell'arma subacquea in quel periodo. I sovietici ebbero, come poi si è scoperto, un numero ancora più alto di gravi incidenti, forse per i medesimi motivi. La Francia perse due sottomarini convenzionali e uno la Marina israeliana, mentre era in viaggio fra il Regno Unito e Haifa. Questo battello è stato ritrovato sui fondali a largo di Creta solo recentemente.
Pochi

giovedì 27 dicembre 2018

 A GENNAIO SARA' DISPONIBILE IL VOLUME:
 
"100 ANNI DI MITRA ITALIANI"
 
128 pagine, moltissime foto in bianco e nero e a colori in quella che è la più ampia ricerca sui mitra realizzati in Italia in questi 100 anni. Dal Beretta 18, prima mitra ad entrare in servizio, fino al nuovissimo Beretta PMX. Ma vengono passate in rassegna anche armi rimaste a livello di prototipo, incluso un'arma in calibro .22 ideata per essere realizzata dall'OAS in Algeria!

NON PERDETELO, IL COSTO E DI SOLI 28.00 EURO OLTRE ALLE EVENTUALI SPESE DI SPEDIZIONE
 

sabato 22 dicembre 2018

DA ALCUNI GIORNI E' IN EDICOLA
IL NUMERO 196 DI STORIA & BATTAGLIE
DICEMBRE 2018 

IN QUESTO NUMERO:
- LE DIVISIONI DA MONTAGNA TEDESCHE NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE (2a parte)
- QUANDO I GIAPPONESI VOLEVANO INCENDIARE I BOSCHI DELLA CALIFORNIA
- IL REGGIMENTO GROSSDEUTSCHLAND NELLA BATTAGLIA DI STONNE (1940)
- FIAT CR.25 IL BIMOTORE INCOMPRESO
- LE FORTIFICAZIONI DELL'ISOLA DI GROIX 
NON PERDETELO!
TUTTI GLI ARRETRATI SONO ANCORA DISPONIBILI.

lunedì 17 dicembre 2018

QUALCUNO SI E' RIBEVUTO IL CERVELLO:
UN RICONOSCIMENTO A RENATO CURCIO?
Va bene che la storia in Italia è stata fortemente politicizzata ma davanti a certi fatti si rimane interdetti. Qualcuno, in sede all'ANPI pugliese (ma di partigiani in Puglia proprio non se ne videro per ovvie ragioni anche se ci furono partifiani pugliesi in altre regioni) aveva deciso la consegna di un riuconscimento a Renato Curcio (sì, il capo delle prime Brigate Rosse), in ricordo dello zio partigiano, caduto in combattimento. La cerimonia doveva avvenire a Orsara (provincia di Foggia) da dove provenivano lo zio del brigatista e sua madre.
La notizia ha provocato ovvie reazioni e alla fine è stata annullata. Resta da capire  che senso avesse visto che Renato Curcio è stato uno dei responsabili della guerra civile a basasa intensità (questa è la definizione tecnica) che si sviluppà in Italia, portando immani lutti e costando cara anche in termini economici.
E' il caso di ricordare, dato che in Italia la memoria è corto, che alcune delle armi finite nelle mani dei brigatisti rossi, furono ceduti da ex partigiani, come i mitra TZ-45 e F.N.A. utilizzati per eliminare i cinque uomini di scorta ad Aldo Mor il giorno del suo rapimento. 
Non è neppure un segreto che i brigatisti ebbero, almeno inzialmente, appoggi anche in ambito politico o per lo meno erano visti da qualcuno in modo benevolo. E si vede che certi atteggiamenti sono presenti ancora oggi altrimenti non si capirebbero certe iniziative.

domenica 16 dicembre 2018

QUANDO NERHU IGNORO' 
LA MINACCIA CINESE


Alzi la mano chi conosce cosa sia stato la Battagli di Rezang. Nessuno la consce in Italia. Aggiungiamo la data: 1962, ma anche così dubitiamo che si levi un braccio. Eppure in India ci hanno fatto un film prché raccolta come un reparto indiano resistette, a quote incredibili, all'attacco lanciato dalle truppe di Mao proprio durante il conflitto del 1962.
Ma la cosa forse più interessante è che il film mostra come il primo ministro Nrhu, uno dei padri della patria, a quel tempo abbia ignorato le informazioni ricevute e non abbia modernizzato e adeguato  lo strumento militare del paese, tutto cncentrato solo nei rigurdi del Pakistan all'epoca.

domenica 2 dicembre 2018

CONFUSIONE ! 
"Confusione" cantava Lucio Battisti nel 1972 e confusione ha qualcuno su certi fatti storici. Ieri mattina stavamo guardando il programma Onnibus su "La 7" e a un certo punto si è parlato dello scontro fra Ucraina e Russia, un argomento di cui in Italia si è sempre parlato pochissimo. I presenti iniziano ad argomentare. Giuliano Sangiuliano (da poco direttore del TG2) inizia a parlare della storia dell'Ucraina e in pratica accusa gli ucraini di essersi schierati con i tedeschi e a tale proposito cita anche il generale Vlasov. 
A parto il fatto che non tutti gli ucraini si schierarono con i tedeschi (giusto per ricordarlo Krusciov, commissario politico della 62a Armata a Stalingrado, era ucraino!), il generale Vlasov non era assolutamente ucraino essendo nato nel 1901 a  Lomakino, Nizhny Novgoro, nota nel periodo sovietico come Gorky, che qui ebbe i natali.
E chiaro che ci si può sempre confondere ma Vlasov, già uno dei più brillanti fra gli alti gradi dell'Armata Rossa, dopo la cattura, nel 1942 sul fronte di Leningrado, dette vita al R.O.A. (Russkaya Osvoboditel'naya Armiya, l'Armata di Liberazione Russa), elemento che avrebbe dovuto far meditare sulle sue "origini ucraine". 
Le varie componenti anti-sovietiche emerse durante il conflitto, ebbero tutte proprie caratteristiche: dai baltici agli ucraini, dai tatari di Crimea ai russi appunto, passando anche per i cosacchi, divisi fra cosacchi ucraini e cosacchi russi. Il ROA costituì due divisione ma non ebbe buoni rapporti con altre componenti già sotto l'URSS, in quanto i vari nazionalismi erano presenti già in epoca zarista e venivano repressi. Elementi nettamente diversi quindi.
L'impressione che si ricava è che in pochi conoscono la storia moderna dell'Europa orientale e in questo clima commettono errori piuttosto gravi, ricordando che Sangiuliano ha realizzato anche un libro su Putin nel 2015, per cui dovrebbe essere piuttoto pratico di certe vicende.
Un ultima nota riguarda la "russa" Crimea. A parte il fatto che Russia e Ucraina firmarono a Budapest nel 1994, un accordo circa il riconoscimento dei confini rispettivi, ci permettiamo di ricordare che i tatari (in Crimea molto prima dei russi, per chi non lo sapesse), repressi dai russi (ricrdate la Guerra di Crimea del 1854, a cui parteciparon anche il regno del Piemonte) e poi dai sovietici, in parte si schierarono con i tedeschi. Furono tutti deportati nell'estate del 1944 da Stalin e, a differenza di altre popolazioni che ebbero tutte lo stesso trattamento, non poterono tornare dall'esilio in Asia fino al 1991! Ecco come hanno fatto i russi hanno fatto a divenire maggioranza in Crimea, dove l'attività principale era la grande base navale di Sebastopoli, dove venivano inviati in servizio (e rimanevano da congedati, stante anche il clima) molti russi, mutandone la natura etnica.
E a questo punto, chiediamo anche di sollevare il problema di Kalinigrad, già prussianissima Koeingsberg, oggi enclave russo dove di tedeschi non ne sono rimasti neppure uno. Che ci fanno i russi da queste parti?

sabato 1 dicembre 2018

OTTANTESIMO ANNIVERSARIO 
DELL'UCCISIONE DI CODREANU IN ROMANIA

Sono trascorsi esattamente 80 anni da quando Corneliu Zelea Codreanu e altri 10 sui sostenitori, vennero eliminati a freddo dalla polizia di regime mentre erano in prigione. Il capo della Guardia di Ferro, che in quel momento era divenuto la terza forza politica del paese, aveva solo 38 anni ma godeva di un consenso crescente. Per questo venne eliminato dalle forze del regime conservatore romeno. I suoi scritti a lungo sono rimasti patrimonio esclusivo di alcuni ambienti politici ma è significativo che la sua figura oggi sia rivalutata in Romania.
La cosa impressionante e che deve far riflettere è che quest'uomo a cui tutti riconoscevano il disinteresse per i beni mteriali e lo spirito ascetico, non sia stato eliminato dai comunisti ma da un regime borghese che temeva il suo messaggio rivoluzionario.