domenica 12 maggio 2019

SULLA NUOVA CENSURA 


Credo che la casa editrice Altafonte e Chiara Giannini mai avrebbero sperato in una campagna pubblicitaria di maggior impatto per l'uscita del libro "Io sono Matteo Salvini"!
A pochissime ore dall'apertura del Salone del Libro di Torino i 10 metri quadrati concessi in precedenza (su 60.000), sono stati tolti e così l'editore avrò diritto ad un risarcimento. Ma è la polemica che si è scatenata, con l'evidente obiettivo di colpire Matteo Salvini, che ha dato una enorme visibilità al libro, istantaneamente andato esaurito e in fase di rapidissima ristampa.
In una manifestazione in cui, giusto per fare un esempio, da 11 anni espone senza problemi a Torino l'editore AR (quella fondata da Franco Freda oltre mezzo secolo or sono), questa palese censura ha scatenato un grande dibattito, dove è emerso il peggio di certa sinistra, per fortuna non tutta, in quanto qualcuno ha fatto notare anche da sinistra che si stava facendo non solo un grave errore sostanziale in tema di libertà ma un disastro mediatico. 
Qualcuno (il solito intellettuale da strapazzo anche se presente nei soliti talk organizzati dai compagni) si è spinto perfino a dire che Polacco (l'editore) non è lungimirante nell'impegnarsi nel settore, in quanto "notoriamente i fascisti non leggono".
Nel trappolone sono caduti anche il sindaco di Torino (che pure ha un'accusa di omicidio preterintenzionale sul capo) e quello che, ancora per pochi giorni è il presidente della regione Piemonte, il solito dinosauro ex comunista, preoccupato di essere spazzato via come tanti altri compagni .
Matteo Salvini non ha scelto assolutamente l'editore e la Giannini ha avuto tante porte in faccia chiuse in precedenza, giusto per dire come sono andate le cose. Lei si è presentata lo stesso al salone e tre (di numero) nostalgici del comunismo, si sono messi a cantare "Bella Ciao" davanti ai giornalisti. Altra pubblicità.  Prima del salone il libro era praticamente sconosciuto mentre oggi ne parlano tutti.
Alla fine "Io sono Matteo Salvini" diverrà un libro vendutissimo e questo atto liberticida non porterà per niente bene (politicamente parlando) a chi lo ha condotto in spregio a elementari principi.

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